Il bloodhound al lavoro anche in Italia

Arcese, che è da considerare un etologo della razza, grazie all'esperienza accumulata, descrive con due efficaci immagini il bloodhound. La prima, "il Sant'Uberto è come un indiano d'America, non ha mai saputo adattarsi fino in fondo", traccia l'identikit di un cane indipendente, selezionato per secoli con l'intento di esaltarne le doti di cacciatore da seguita completo. E spiega il perché, nel contesto di oggi soprattutto urbano, il bloodhound, sebbene la sua gentilezza d'animo e la sua sensibilità ne facciano un cane da famiglia, sia spesso accantonato rispetto ad altre razze più t'integrate" nell'ambiente antropizzato e meno portate, per esempio, a "tirare" al guinzaglio.
La seconda immagine dice che se si paragonano gli altri segugi a veloci berline, il bloodhound è piuttosto un potente fuoristrada, ma non un camion che sarebbe inadatto alla caccia.
Olfatto e fondo, una buona reazione allo sparo, la capacità dì vincere la timidezza che è in certi momenti apparsa congenita alla razza e l'intelligenza di saper condurre autonomamente la ricerca, con salti deduttivi propri senza attendere l'imbeccata dal conduttore, sono le doti del Sant'Uberto in ambito venatorio. La seguita del bloodhound è imperniata sull'emanazione, cioè sulla percezione dei ferormoni, di particelle invisibili che ogni essere vivente emana nell'aria e lascia cadere a terra. Sono minuscole squame che l'epidermide perde nel suo incessante ricambio, e ancora particelle minime di materia- sudore, saliva, ecc... - la cui percezione è sufficiente al bloodhound per seguire una traccia. E quindi errato far derivare il nome di bloodhound come segugio da sangue cioè da pista di sangue, un lavoro che il Sant'Uberto può svolgere benissimo ma rispetto al quale possiede strumenti ancora più raffinati. Bloodhound è piuttosto il cane "di sangue" cioè che si denotava per il fatto di essere di razza, quando la maggior parte dei cani erano ancora meticci. O, se si preferisce dare spazio a una leggenda suggestiva ma efficace, il cane capace di distinguere attraverso i vestiti e la pelle l'inconfondibile odore del sangue di ogni individuo,
oggi si direbbe, con espressione da fantascienza, il segugio capace di riconoscere al fiuto il Dna. Troppa fantasia? Giudicatelo voi. Il segugio del Santo può riconoscere una pista vecchia anche di due giorni e seguirla per centinaia di chilometri, riconoscere un odore anche in acqua e non lasciarsi beffare dai trucchi della selvaggina. In ambito di mantrailing, la cronaca riporta episodi di bloodhound capaci di scovare un assassino avendo semplicemente annusato una scatola di fiammiferi gettata nel luogo del delitto. Anche per questo in alcuni degli States sono ammessi a testimoniare e vengono fatti giurare in tribunale con la zampa sulla Bibbia. In Italia purtroppo il bloodhound poliziotto non ha attecchito. Tre le possibili ragioni: la sua propensione ad obbedire a un solo padrone, la sua scarsa rispondenza a criteri di addestramento in uso con cani di altre razze più reattive e aggressive, la scarsa disponibilità dì soggetti validi per il lavoro, in un allevamento da anni succube della moda estetica britannica.

      Il Cane di Sant'Uberto in Italia. Il Bloodhound "dual purpose", cioè bello e bravo.
      L'allevamento Vecchio Toscano
      Arcese e la scelta per la caccia
      Le attività del Club
      L'identikit del Sant'Uberto nel 2002

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