De febbraio

~ di febbraio vi dono bella caccia I di cervi, cavrioli e di cinghiari, / corte gonnelle con grossi calzari I e compagnia, che vi diletta e piaccia; / can da guizagli e segugi da traccia, I e le borse fornite di danari, I ad onta degli scarsi e degli avari I o di chi 'n questo vi dà briga e 'mpaccia. I E la sera tornar co vostri fanti I carcati de la molta selvaggina, / avendo gioia ed allegrezza e canti I far trar del vino e fumar la cucina, I e fin al primo sonno star razzanti I e po posare 'nfin a la mattina~ (Folgòte da San Gimignano, De Febbraio, dai Sonetti dei M~si).
Non sappiamo le date né di nascita né di morte (avvenuta però probabilmente prima del 1322). Si chiamava Giacomo e fu detto Folgòre (luce, splendore) con un soprannome che è felice non solo perché esprime l'energia gentile, la grazia e la forza dell'uomo che lo meritò, ma anche perche ripropone alla mente di chi lo legge la qualita di arguzia generosa, la maturità civile e la capacità di selezione di un ambiente come quello toscano del primo Trecento, che fu capace di inventare e poi di autenticare presso la tradizione un soprannome così energico e luminoso. La produzione letteraria di Folgore non lascia dubbi sulla sua personalità ed è sufficiente ad identificare la sua figura di poeta elegiaco-realistico, inteso a celebrare il sogno di un perfetto costume di vita, che non è pero fuga dalla realtà, in quanto è invece aspirazione al godimento e al possesso di essa nei suoi aspetti più nobili, nei suoi frutti più delicati e sugosi. Fra questi ovviamente non poteva mancare la caccia.

     Venere o Marte
     Bellatores
     Caccia e favole
     Un cane che inseguiva un leone e la volpe
     Lepre timida ma furba
     Il cane insegue la bellezza

     Rimedi contro le malattie del cane
     Cervo regale
     Guelfi e Ghibellini
     Collari d'oro
     Il cane e la lepre

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