"Nell'Alamagna furono già due carissimi compagni, i quali erano gentili e ricchi, e vicini l'uno all'altro un miglio, e l'uno aveva nome Guelfo e l'altro Ghibellino. Avvenne che tornando loro un dì da cacciare, ebbero questione insieme per una cagna, e dove che prima egli erano compagni et amici, diventarono nimici, e sempre attesero a inimicare l'un l'altro... E moltiplicò tanto questo scandolo, che tutti i signori e baroni dell'Alamagna ne vennero divisi per questo, pero che l'uno teneva con Guelfo e l'altro con Ghibellino, et ogni anno ne morivano assai dell'un parte e dell'altra. Ora veggendosi Ghibellino oltraggiare da Guelfo, e parendogli che Guelfo avesse più potenza di lui, raccomandossi allo imperatore Federigo primo, il quale regnava a quel tempo. Per che veggendo Guelfo, che Ghibellino s'era raccomandato all'Imperadore, mandò a papa Onorio secondo, il quale era in discordia con l'Imperadore, e a lui si raccomandò... E quindi derivò che la Sedia Apostolica è guelfa, e l'Imperio ghibellino. Sì che quella maladetta cagna fu origine e fondamento di parte guelfa e ghibellina. Ora avvenne che negli anni di Cristo 1215 il detto seme venne in Italia in questo
modo" (Ser Giovanni Fiorentino, Il Pecorone, Società tipografica dei Classici italiani, Milano 1804, pag. 150-152).
Questa narrazione è dovuta a un novelliere del XIV secolo, ser Giovanni Fiorentino, che interpreta in modo abbastanza favolistico la nascita delle due fazioni dei Guelfi e Ghibellini nel 1200. Quello che però necessita qui sottolineare è l'importanza attribuita ad un cane da caccia in quei secoli lontani, tanto che, da una disputa intorno a una cagna, ne nasce una questione politica tanto importante.